ZONA CALDA – Bundesliga, Bayern Monaco-RB Lipsia: l’analisi della partita

IG: nicola.matchanalyst

All’Allianz Arena di Monaco di Baviera il Bayern affronta il Lipsia per l’ultima recita stagionale davanti al proprio pubblico, ma soprattutto per portare a casa i tre punti più difficili previsti dal calendario nel duello a distanza contro il Borussia Dortmund e, quindi, avvicinarsi in maniera quasi definitiva all’undicesimo titolo consecutivo.

Ed invece quella che doveva essere la partita del titolo si è trasformata per il Bayern Monaco in una clamorosa debacle che riporta il pallino nelle mani del Borussia Dortmund che, oggi pomeriggio, vincendo in quel di Augusta, potrebbe trovarsi in testa alla classifica della Bundesliga a 90 minuti dalla fine della stagione.

La vittoria del Lipsia a Monaco è stata una vittoria di rimonta dopo aver chiuso in svantaggio il primo tempo su un gran goal di Gnabry per poi trovare il pareggio con Konrad Laimer e poi mettere la freccia del sorpasso con due calci di rigore trasformati da Nkunku e Szoboszlai. Con questa vittoria la formazione allenata da Marco Rose ottiene la matematica certezza del terzo posto in classifica e quindi dell’accesso alla prossima Champions League.

Ma come si è sviluppata la sfida e cosa ha portato a questo epilogo?

Le Formazioni Iniziali

Leggere le formazioni con cui Tuchel e Rose hanno schierato le due squadre ci ha fatto capire da subito come i due allenatori intendevano schierarsi ed affrontare le relative fasi offensive. Così abbiamo visto un Bayern schierato con un 4-2-3-1 reso tale dalla contestuale presenza di Gnabry da una parte e di Coman dall’altra chiamati a dare ampiezza in attacco; molto più atipica la composizione dell’asse centrale, formato da Thomas Mulller in posizione di 9 nominale e da Jamal Musiala alle sue spalle; scopriremo che sarà più complesso di così. A centrocampo accanto a Kimmich gioca Goretzka, chiamato a sdoppiarsi dei compiti di costruzione e invasione, mentre la linea difensiva vedeva Mazraoui e Cancelo come terzini e la coppia Pavard-De Ligt al centro.

Il Lipsia, invece, si schierava con un 4-2-2-2 questo perché i due esterni offensivi Dani Olmo e Szoboszlai avevano il compito di occupare principalmente i mezzi spazi usando il posizionamento laterale come punto di partenza per poi accentrarsi; le due punte, invece, erano Nkunku e Andre Silva, due elementi che si integrando perfettamente come caratteristiche. A centrocampo la coppia centrale era composta da Laimer (futuro giocatore del Bayern, tra l’altro, pensate ad una cosa del genere in Italia) e Haidara, non proprio due metronomi, mentre la linea difensiva era composta da Simakan e Halstenberg laterali ed Orban e Gvardiol centrali.

Come il Bayern ha preso in mano la partita

Il primo tempo si è chiuso con il Bayern Monaco in vantaggio di una rete, un vantaggio meritato e reso possibile dalla capacità della squadra di Tuchel di costruirsi una serie di vantaggi tattici che sono stati sufficienti a prevalere sullo schieramento avversario.

Il 4-2-3-1 di Tuchel ha mostrato subito di svilupparsi in maniera molto fluida e soprattutto in grado di poter creare situazioni tali da mettere in difficoltà lo schieramento difensivo del Lipsia trovando situazioni in cui creare superiorità posizionale (ossia l’uomo libero alle spalle della linea di pressione avversaria) che qualitativa (liberare i propri migliori interpreti in situazioni di uno contro uno contro gli avversari diretti).

La superiorità posizionale veniva creata con uno schieramento asimmetrico in costruzione che prevedeva Mazraoui che restava legato ai difensori centrali mentre Cancelo giocava più avanzato e spesso si accentrava a creare una seconda linea di costruzione: in questa maniera il Bayern aveva superiorità numerica in prima linea contro i due attaccanti del Lipsia mentre alle spalle di questi ultimi la coppia Haidara-Laimer doveva sempre fare una scelta se andare in avanti a limitare Kimmich e Goretzka o tenere a bada Gnabry e Musiala che si smarcavano negli spazi alle loro spalle. Anche Dani Olmo e Szoboszlai dovevano decidere se seguire i terzini o chiudere le linee di passaggio centrali. A questo si aggiungeva una continua ricerca di rotazioni tra uomini che hanno spesso tolto i riferimenti alla pressione avversaria.

La superiorità numerica invece, era generata dalle difficoltà dei due terzini del Lipsia nel tenere a bada Coman da una parte e le discese di Cancelo e Gnabry dall’altra che andando via in uno contro uno creavano situazioni potenzialmente complicate per la difesa del Lipsia che ha avuto il merito di difendere bene l’area di rigore tanto quanto il Bayern il demerito di non attaccare al meglio gli ultimi 18 metri di campo (la mancanza di un sostituto di Lewandowski è stato un leit motif della stagione dei bavaresi).

A suggello di questa ricerca della superiorità è arrivata l’azione del goal di Gnabry che sblocca la partita: Cancelo dalla sua posizione più avanzata riceve palla aggredito da Simakan; lo spazio alle spalle del terzino ex Strasburgo viene attaccato da Muller che riceve da Goretzka su cui era scalato Laimer costretto ad abbandonare la marcatura sul numero 8 del Bayern; con il capitano del Bayern che riceve la palla deve tornare indietro anche Simakan visto che Gnabry stava portando fuori dalla linea difensiva Orban, quest’ultimo si allarga e ritorna da Cancelo che, libero dalla marcatura di Simakan avanza: il difensore francese resta a metà strada accanto a Laimer, così il portoghese serve lo stesso Gnabry in corsa che sfrutta la situazione favorevole accentrandosi e liberandosi di Orban con il controllo per poi trafiggere Blaswich con un tiro secco sul primo palo.

Questa fluidità, quindi, della formazione di Tuchel sembrava essere la chiave per una vittoria anche brillante, ma come vedremo non è andata così.

La strategia del Lipsia

Da canto suo la formazione di Marco Rose si è presentata all’Allianz Arena con la volontà di riuscire ad imporre il proprio contesto tattico alla partita. Il tecnico austriaco è uno dei principali discepoli di Ralf Rangnick ed ha ottenuto i migliori successi da allenatore alla guida del Salisburgo, il club austriaco che possiamo considerare come secondo anello della catena Red Bull dopo lo stesso Lipsia.

Per cui il 4-2-2-2 proposto dal Lipsia non è altro che espressione di quel tipo di progetto calcistico, basato su un pressing esasperato e ricerca di intensità per poter dominare i palloni contesi. L’interpretazione della squadra tedesca è meno ortodossa rispetto a quella che Rose metteva in pratica a Salisburgo ma determinati principi sono rimasti immutati.

Anzitutto il 4-2-2-2 ha come scopo quello di cercare di occupare con più uomini possibili le zone centrali del campo per creare pericoli o mediante le connessioni tra i giocatori o mediante la riconquista della palla immediata portando quanti più giocatori possibili sulla palla.

Per questo motivo il Lipsia ha cercato di rispondere allo schieramento fluido del Bayern mediante una ricerca di duelli e di scalate in avanti. Ovviamente questo tipo di strategia richiede grosse quantità di energia e concentrazione e quando questa è mancata si è creata l’occasione da cui è arrivato il goal di Gnabry, ma d’altra parte si può dire che questo atteggiamento ha costretto i giocatori del Bayern Monaco a forzare più volta la giocata e quindi sbagliarla, per questo motivo la superiorità espressa dalla formazione di Tuchel nel primo tempo, alla fine ha partorito solamente il goal di Gnabry e poco altro a livello conclusivo.

Questa strategia imposta dal Lipsia alla partita ha creato molte situazioni di transizione e tanti contrasti in mezzo al campo che ne hanno alzato l’intensità ed il ritmo. Questo tipo di partite rappresentano l’elemento distintivo della Bundesliga dove quasi tutte le squadre cercano di proporre una fase difensiva che guarda in avanti e non che cerchi di ritrarsi. Indubbiamente non si può stabilire se questo sia il modo migliore o peggiore per affrontare una partita ma di certo l’ha resa molto avvincente.

Come si è ribaltata la partita

Il secondo tempo è partito con la scelta di Rose di lasciare Simakan negli spogliatoi e di inserire Henrichs al suo posto: il terzino tedesco ha interpretato al meglio i compiti difensivi mostrandosi più attento alle coperture anziché cercare di attaccare frontalmente le discese di Gnabry e Cancelo da quella parte.

Con questa mossa il Lipsia ha accettato di veder abbassati i ritmi della partita pur essendo sotto nel punteggio per cercare di controllare maggiormente il possesso e muovere la palla da una parte all’altra del campo tentando di stancare la formazione bavarese.

Alla fine, la strategia ha funzionato sotto alcuni aspetti nel senso che Gnabry e Coman non riescono più ad incidere, ma soprattutto ha funzionato perché il Bayern ha improvvisamente perso le distanze nelle fasi di transizione, quelle su cui si è basato il contesto tattico della partita.

Il goal del pareggio arriva infatti su un contropiede sugli sviluppi di un calcio d’angolo del Bayern Monaco; un elemento che ben rappresenta le difficoltà di equilibrio vissute dalla squadra di Tuchel nel corso di questa stagione. Dopo il goal di Laimer il Bayern è poi apparso in una condizione di perdita totale della lucidità, neanche gli ingressi di Sanè e Tel hanno permesso al Bayern di riattivare l’organicità vista nel primo tempo.

Le reti che fissano il punteggio sul 3-1 arrivano su due calci di rigore, anch’essi frutto di una mancanza di concentrazione ed anche di gamba della formazione bavarese, decisamente un segnale negativo su cui il club deve riflettere e adesso deve sperare che a pochi chilometri di distanza da Monaco, ossia ad Augusta, la formazione di casa (che necessita di punti salvezza) riesca ad evitare quello che può diventare il sorpasso decisivo che può far terminare il dominio decennale del Bayern sulla Bundesliga.

 

Segui le altre rubriche su direttacalciomercato.com!

POTREBBE PIACERTI