THE AMERICAN DREAM – EP.8: MLS, UNA LITTLE ITALY

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Un altro anno di Serie A volge al termine, forse uno dei più turbolenti dell’ultimo periodo, tra penalizzazioni, ribaltoni, colpi di scena e uno spareggio per decretare l’ultima retrocessa che per i più giovani è cosa nuova. Mentre tutti adesso ci prepariamo ad un’estate ricca di calciomercato e calcio internazionale:  tra amichevoli tra club ed Europei under 21, c’è chi vede il proprio campionato entrare nel vivo dell’azione: gli americani e i canadesi; sì perché mentre noi salutiamo la nostra amata Serie A per la pausa estiva, la MLS entra nella fase più importante della stagione.

Nella fase estiva del campionato americano infatti, oltre ai ribaltoni clamorosi e cambi di panchine, c’è una componente che noi sperimentiamo a pieno solamente durante il mese di gennaio: il calciomercato durante lo svolgimento del torneo.

Il board della MLS ha rese note le date del calciomercato già ad inizio anno e quella di cui stiamo parlando, ovvero la “Secondary Transfer Window” si terrà dal 5 luglio al 2 agosto; la particolarità di questa finestre (così come della ‘’Primary Transer Window’’, che si tiene da gennaio ad aprile) sta nella possibilità per i club di MLS di poter siglare accordi per il trasferimento di un calciatore proveniente da un campionato estero, oltre queste finestre, ma di poter ricevere il certificato di trasferimento internazionale solo all’interno queste: questo certificato permette alle squadre del campionato di poter aggiungere il calciatore all’elenco di quelli disponibili un rosa e quindi poi di poterlo utilizzare nelle competizioni ufficiali.

Ovviamente questo certificato è richiesto per qualsiasi calciatore, non importa quanto importante sia il suo “status” o il campionato di provenienza ed è stato richiesto negli anni anche per chi è passato dalla Serie A al campo a stelle e strisce.

Tra questi vi sono sia nomi illustri, che atleti finiti nel “dimenticatoio” a causa di prestazioni non proprio esaltanti. Tra questi ultimi vi è un nome che in New Jersey ricorderanno sicuramente: l’ex Juventus e Bari Nicola Caricola.

La MLS degli albori

È il 1996 e la MLS è nata da poco, non ci sono grandissimi nomi, ma le squadre attingono già dai maggiori campionati europei per avere giocatori conosciuti e quindi potersi pubblicizzare tra la gente; agli allora Metro Stars (oggi New York Red Bulls) arriva appunto Caricola, difensore centrale del 1963. La sua  storia è segnata dall’aver messo a referto il primo gol casalingo dei Metro Stars, ma più fortemente dalla nomea di “maledetto” che gli venne dai tifosi: infatti alla prima partita casalinga dei Metro Stars, Caricola a pochi secondi dal fischio finale realizza uno sfortunatissimo autogol, beffando il portiere della nazionale statunitense Tony Meola, decretando così la sconfitta dei Metro Stars.

Da lì iniziò quella che gli americani chiamano “The Course of Caricola” (la maledizione di Caricola), date le prestazioni non eccelse del centrale italiano e l’aver realizzato un altro autogol nel corso del campionato. In quegli anni sempre nei Metro Stars giocò un calciatore italiano: Roberto Donadoni; l’esterno arriva in New Jersey nel 1996 dal Milan, ma rimarrà lì solo un anno, prima di tornare a Milano. Donadoni nei Metro Stars giocherà veramente bene, collezionando oltre 50 presenze con 6 gol e 14 assist, belle giocate e i playoff conquistati al primo (e unico) anno lì. Dalla Serie A però non arrivano solo buoni giocatori, ma anche allenatori, in quella stagione lì l’ex giocatore di Genoa e Atalanta, Firmani fu alla guida dei Metro Stars, rimarrà in carica solamente cinque mesi, ma darà un’importante contributo allo sviluppo iniziale del campionato.

Little Italy

In quel periodo l’Italia era il centro del calcio mondiale e la MLS accolse altri ex calciatori di Serie A ormai quasi a fine carriera, che ne fecero accrescere la fama. Sbarcarono oltre oceano allora anche Galderisi e Alexi Lalas, entrambi provenienti dal Padova, finiti ai New England Revolution.

Se per il primo l’esperienza  con la squadra del New England non abbe l’effetto desiderato (Galderisi collezionò solamente 13 presenze e 1 assist) e si trovò meglio al Tampa Bay, col quale vinse un Supporter’s Shield ( con la squadra della Florida collezionò 44 presenze, condite con 12 gol e altrettanti assist); per il barbuto e roccioso centrale statunitense invece la MLS diventerà casa e lo vedrà consacrato a leggenda assoluta: dopo i Revs, con i quali collezionò circa 60 presenze, si spostò prima ai Metro Stars, poi allo Sporting Kansas City (allora Kansas City Wizards) ed infine agli LA Galaxy con i quali vinse una MLS, un Supporter’s Shield, una US Open Cup e una CONCACAF Champions League.

A fine millennio (nel 1998) arrivò poi una leggenda dell’Inter: Walter Zenga, il super portiere firmò con i  New England Revolution, totalizzando una cinquantina di presenze, con 10 clean sheet e subendo 78 gol, ma raggiungendo comunque (anche se una sola volta) i playoff. Zenga disputerà una prima parte di esperienza statunitense da giocatore, ricoprendo successivamente il ruolo di allenatore-giocatore finché non venne esonerato.

C’è infine anche chi fece il percorso inverso: Giovanni Savarese, l’attuale head coach dei Portland Timbers è nato in Venezuela, ed è lì che mosse i primi passi nel calcio, si poi spostato in Nord America, dove cambiò varie squadre fino a giocare con i Metro Stars di Caricola e i New England Revolution di Zenga; dopo una breve parentesi in Venezuela si trasferì infatti in Italia, al Perugia. In Umbria non giocò mai, perché venne spedito in prestito al Viterbo, per poi fare ritorno negli States nel giugno del 2000 con i San José Earthquakes.

L’America sin dagli albori del proprio campionato si conferma crocevia di persone e culture, capace di attrarre grazie allo stile di vita e allo spettacolo. La MLS dopo questo periodo di adattamento e formazione di un vero e proprio campionato, riuscirà solo 25 anni più tardi a scrollarsi la nomea di ‘’cimitero degli elefanti’’, per iniziare quindi ad attrarre sempre più giovani calciatori, desiderosi di fare uno step intermedio prima di compiere il grande salto in Europa.

 

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