THE AMERICAN DREAM – EP. 7 CLAUDIO REPETTO

L’italiano Claudio Repetto ci racconta la propria passione per il calcio, che nasce nella sua città, Genova, dove iniziò a giocare all’età di 7 anni nel settore giovanile del Genoa fino ad arrivare alla primavera.

La passione per questo sport, come tutti i bambini, gli viene trasmessa dal papà, anche lui calciatore, più precisamente per l’altra sponda della città Ligure, la Sampdoria.

All’età di 19 anni dopo vari prestiti dal Genoa, tramite un’agenzia specializzata, riesce a vincere una borsa di studio e ad approdare negli Stati Uniti, vivendo il suo American Dream

L’intervista

 

D) Quali sono le maggiori differenze che hai notato tra il calcio in Italia e negli Stati Uniti?

R) Una delle più grosse differenze tra Italia e Stati Uniti è sicuramente la possibilità di studiare e giocare allo stesso tempo nelle Università, per poi avere la possibilità di firmare un contratto da professionista tramite il Draft o semplicemente avere una visibilità mediatica non indifferente, nonostante si giochi in un college; di fatti i campionati studenteschi sono molto seguiti negli USA.

 

D)  Il calcio in America è davvero così indietro (come si dice) rispetto all’Italia?

R) Il calcio in America è diverso in alcuni aspetti rispetto all’Italia. Sicuramente qui negli Stati Uniti, influenzati dalla cultura del Football Americano, NBA ecc, anche il calcio si concentra molto di più sulla prestanza fisica tralasciando magari l’aspetto tattic.

Da qualche anno ormai sta cambiando qualcosa, forse a causa di tutti gli allenatori e giocatori che arrivano dall’Europa e dal Sud America, luoghi dove il calcio è religione. Il soccer negli Stati Uniti è sicuramente in rampa di lancio e con il mondiale del 2026 che vedrà gli Stati Uniti come Nazione ospitante (insieme a Messico e Canada) diventerà sicuramente uno degli sport più seguiti.

 

D) Secondo te ci sono più opportunità di emergere negli usa o in Italia?

R) Alla domanda se ci sono più possibilità di emergere in America rispetto all’Italia, rispondo di sì; semplicemente dovuto alla vastità del paese e numero di clubs, leghe e risorse finanziarie.

Da internazionale però, il discorso diventa molto più complicato perché ogni squadra di calcio professionista negli US possiede solo 7 posti disponibili per giocatori internazionali.

Considerando che in tutto il mondo ci sono ragazzi che vogliono firmare un contratto, la percentuale di possibilità di farcela si abbassa parecchio.

 

D) Cosa ti manca dell’Italia?

R) Dell’Italia mi manca tutto. Le persone, le mie abitudini quotidiane e la serenità di essere a casa. Ho sempre detto che ci accorgiamo della bellezza e dell’importanza del nostro paese e della nostra cultura solo una volta che andiamo via e non torniamo per un lungo periodo.

La mia famiglia e gli amici mi aiutano tutti i giorni a ricordare casa mia, e mi supportano nelle scelte che ho fatto per proseguire la mia carriera.

 

D) Che consiglio daresti ad un giovane che vuole intraprendere la strada che hai intrapreso tu?

R) Ci sono centinaia di ragazzi che mi scrivono e che vorrebbero seguire questa strada.

Io dico sempre di fare questo salto (se si hanno le possibilità economiche), perché è un’esperienza formativa sia a livello calcistico che personale, è un’avventura senza paragoni. 

 

D=Domanda; R=Risposta;

Segui le altre rubriche su direttacalciomercato.com!

POTREBBE PIACERTI