Serie A, la trentesima giornata in 10 voti

Un’altra giornata di Serie A si consegna ai libri di storia: è terminata anche la trentesima giornata del campionato che più amiamo. Ed è tempo di pagelle. Tra top, flop, conferme e delusioni, andiamo a dare i voti al campionato e ai suoi dieci protagonisti!

I voti della 30^ giornata di Serie A

Voto 10 alla lotta salvezza: come al solito appassionante, quest’anno lo è ancor di più con sette squadre racchiuse in soli cinque punti. Destini sulla graticola animano la nostra cara Serie A.

Voto 9 a Orsolini: o Orsonaldo, chiamatelo come volete. Fatto sta che infila solo gol belli. E vola insieme al suo Bologna, sempre più vicino al sogno della vita.

Voto 8,5 a Maignan: mette firma e manone sui tre punti conquistati dal suo Milan sul campo della Fiorentina. Grandi parate, da vero Magic Mike.

Voto 8 a Miranchukè l’arma in più di Gasperini e dell’Atalanta, che passeggia sul Napoli grazie alle sue intuizioni. Gol e assist che ne risaltano l’importanza.

Voto 7,5 a Tudor: incarta la Juventus e risveglia l’entusiasmo del popolo biancoceleste. Idee e grinta non gli mancano: ora la Lazio lo deve seguire.

Voto 7 al Torinosolidità e concretezza, la ricetta per l’Europa ha solo due ingredienti ma di qualità. I granata sono vivi, ora più che mai. Vedremo se ne avranno abbastanza per agguantare il treno dei sogni.

Voto 6,5 a Dimarco: il suo cuore brilla di nero e di azzurro. I colori che ha aspettato per anni, e che partita dopo partita ha dimostrato di valere sempre di più. 5 gol e 6 assist. Il ragazzo della Nord.

Fiorentina, il futuro di Italiano rimane in sospeso

Voto 5 alla Roma: insolitamente scarica e sfilacciata, rischia di sbandare sul campo del Lecce e rimane a -5 dal quarto posto del Bologna. Recuperare le energie e tornare a correre: adesso c’è il derby, poi il Milan e il tour de force finale.

Voto 4 alla Juventus: una stagione buttata via con troppa facilità. Allegri sembra aver perso il controllo della situazione (dalle dichiarazioni alle scelte) e la squadra riflette sul campo la confusione del suo allenatore. Fragile, nervosa, di nuovo in preda ad una crisi di identità. Da dove si riparte?

Voto 3 al Napoli: tre come i gol subiti dall’Atalanta. Ma questa volta il Maradona fischia, contesta, invoca una rivoluzione che, al giorno d’oggi, non può che essere inevitabile. Un disastro senza precedenti.

 

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Fonte foto: X Bologna

 

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