Un’altra giornata di Serie A si consegna ai libri di storia: è terminata anche la quinta giornata del campionato che più amiamo. Ed è tempo di pagelle. Tra top, flop, conferme e delusioni, andiamo a dare i voti al campionato e ai suoi dieci protagonisti!
I voti della 5^ giornata di Serie A
Voto 10 al Lecce: un inizio da favola o l’inizio di una favola? L’obiettivo è salvarsi, certo, ma è bello anche imparare a sognare. Giovani e imbattuti.
Voto 9 a Dimarco: il suo cuore brilla di nero e di azzurro. I colori che ha aspettato per anni, e che partita dopo partita dimostra di meritare. Il gol di ieri è bellissimo e lo premia. Bravo.
Voto 8,5 al Sassuolo: capire questa squadra rimane cosa per pochi. Perdere con il Frosinone e una settimana dopo tramortire la Juventus è una Sassuolata pura. In fondo, ci piace così.
Voto 8 a Bonaventura: sempre più leader e riferimento della Viola. In questo inizio di stagione ha preso parte a 5 gol, lasciando il segno anche nella vittoria di Udine. Senza fronzoli.
Voto 7,5 a Lukaku: manda segnali incoraggianti. Lotta, sportella e segna, ancora. La Roma non vince a Torino, ma può contare su un Big Rom in forma.
Voto 7 a Sportiello: due partite, due tiri subiti nello specchio, due parate decisive. Il Milan ha trovato il suo secondo portiere? Affidabilità.
Voto 6,5 al Monza: va in casa della Lazio e sforna una delle sue migliori partite stagionali, forse la più bella per trame e organizzazione di gioco. Ora, serve trovare il fattore Continuità.
Voto 5 alla Lazio: ancora bocciata la squadra di Sarri, che non riesce ad ingranare con continuità. È il peggior inizio della sua storia nell’era dei tre punti a partita. Serve una sterzata forte, lavorando sull’inserimento dei nuovi e sulla testa di un gruppo che, ogni tanto, si smarrisce.
Voto 4 alla Juve: come i gol presi al Mapei Stadium. Errori ed orrori, disastri tecnici e poca cattiveria. Sconfitta che nel percorso può fare bene ma che mette in evidenza una serie di limiti permanenti.
Voto 3 al Napoli: non riesce a convincere. Meno affamato, meno cattivo, oltreché meno bello. E, a tratti, disunito (vedi il battibecco Garcia-Osimhen). La vetta, intanto, dista già 7 punti.
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