Dopo quattro anni di complicità, Victor Osimhen e il Napoli si separano nella maniera peggiore possibile. Il Galatasaray riuscirà a reindirizzare la carriera del centravanti nigeriano?
Lo scudetto vinto un anno fa non ha fortificato il rapporto tra il Napoli e Victor Osimhen. Al contrario, lo ha distrutto, esasperato, segnato definitivamente. Paradossale, certo, ma la complessa situazione creatasi nel tempo ha viavai preso la forma di un distacco insanabile. L’insofferenza del nigeriano sembrava fin da subito chiara, lampante: aveva riposto tutte le energie nella cavalcata tricolore e ambiva a completare altrove le sue ambizioni. Alla fine, però, ogni voce su una separazione proprio nell’estate più bella si spense sul nascere. Nel segno di una convivenza…forzata.
Napoli-Osimhen: dal rinnovo ”forzato” all’addio
Una costosa condanna siglata nel dicembre scorso attraverso un discusso rinnovo da 10 milioni a stagione al giocatore comprendente una clausola da 130 milioni con cui De Laurentiis sperava di attirare i grandi portafogli europei. Intanto, il campionato del Napoli si avviava lentamente verso l’anonimato di un decimo posto. Il preludio di una rivoluzione totale che avrebbe dovuto incorporare anche l’addio di Osimhen, capitombolato in un’annata da nevrosi: la lite con Garcia, il caso Tik Tok e una crescente volontà di cambiare aria ne hanno inevitabilmente condizionato il rendimento sul campo.
Non abbiamo più visto, infatti, quell’attaccante decisivo e soprattutto affamato capace di entrare nell’immaginario collettivo di una città orgogliosamente aggrappata ai suoi gol. Al contrario, abbiamo conosciuto il suo alter ego incostante, irrequieto, esaurito dalle prospettive di un futuro incerto che si sono ben presto concretizzate. Chelsea e PSG non hanno affondato il colpo, la possibilità Arabia Saudita è sfumata sul gong: il tutto dovuto a pretese e costi considerevolmente elevati che hanno ridotto le opzioni al solo Galatasaray. Una scelta di ripiego che scatena dovute perplessità: a 25 anni, Osimhen sparisce momentaneamente dai radar del calcio che conta. E non è matematico che riuscirà ad attirare ancora l’attenzione dei top club: il suo valore è calato di pari passo con reputazione e credibilità. Ma la Turchia, ad oggi, rappresenta la speranza di ritrovare quella serenità perduta e mai davvero ritrovata. In fin dei conti, è questa la cosa più importante.