Sono ore tese in casa Bologna, e il campo non c’entra niente. Come anticipato dal Corriere dello Sport e confermato da CalcioeFinanza, il club emiliano sta subendo un attacco importante da parte di un gruppo hacker.
Il Bologna è sotto minaccia da parte di un gruppo hacker. Nelle scorse ore, quest’ultimo, hanno comunicato sul Dark Web di averne perforato i sistemi informatici venendo così in possesso di migliaia di dati riservati. Successivamente hanno accusato la società rossoblù di aver violato il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, cosa che comporterebbe una multa da parte del Garante che potrebbe arrivare fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato del club.
A riportare la notizia è il Corriere dello Sport. Tra i 200 GB tra mail e documenti rubati, alcuni dei quali sono stati pubblicati per dimostrare l’accaduto, il gruppo di criminali informatici ha dichiarato di aver sottratto anche la schermata con la scansione del passaporto di Vincenzo Italiano, il suo contratto biennale compreso di compensi e anche l’IBAN.
Gli hacker ricattano il Bologna: il messaggio
Ieri gli hacker hanno pubblicato un messaggio di ricatto per il Bologna: “Il management del club si è rifiutato di proteggere i dati confidenziali di calciatori e sponsor. Perciò in due giorni pubblicheremo tutti i dati medici, personali e confidenziali dei giocatori del club. Ma ricordiamo loro che potranno ottenere molti più soldi attraverso le cause legali che giocando in un club che li ha traditi”.
Il Bologna ha sporto denuncia alla polizia postale e nei tempi previsti dalla normativa (72 ore) ha informato della situazione il Garante.
La nota del club
Attraverso il proprio sito, il club rossoblù ha rilasciato una nota ufficiale:
La società Bologna Football Club 1909 S.p.a. comunica che i propri sistemi di sicurezza sono stati recentemente oggetto di un attacco informatico di tipo ransomware, su un server in cloud e nel perimetro interno. Tale azione criminosa ha comportato il furto di dati aziendali che potrebbero essere oggetto di pubblicazione. Si diffida pertanto chiunque ne venisse in possesso dal diffondere ovvero condividere ovvero fare qualsiasi altro utilizzo di tali dati in quanto provenienti da reato.