Se dall’Inter ci aspettavamo tutti una grande prova di forza, che potesse riscattare i risultanti altalenanti (e deludenti) di questo ultimo mese e mezzo, con la gara del Da Luz i Nerazzurri ci sono riusciti in pieno. Vuoi per un calo netto del Benfica rispetto alla prima parte di stagione, vuoi per una gestione dei cambi pressoché perfetta da parte di Inzaghi, l’Inter è riuscita non solo a portare a casa la vittoria in territorio avversario, con ben due gol di scarto, ma soprattutto con grande merito.
Il club lombardo non si è spinto oltre i limiti della trascendenza, ma ha mostrato ordine, astuzia e, per una volta, coerenza con la propria proposta dal primo al novantesimo minuto. Inzaghi non sceglie di puntare su un gioco di possesso, soluzione praticamente impossibile con una squadra di gestione come il Benfica, sia pure in calo; il tecnico nerazzurro opta per una soluzione mediana: forte pressing da parte dei centrocampisti per puntare subito sulla palla verticale o sulla progressione in fascia dell’esterno, per non dire del laterale di difesa. Insomma, un Inter di “contiane” reminescenze, nell’aggressività e nella proposta, ma anche nella concretezza in fase offensiva. E’ da dire infatti che le conclusioni in porta, da entrambe le parti, non sono state poi così numerose: per i Nerazzurri pochi, ma efficaci, tiri nello specchio.
Funziona alla perfezione il blocco centrale dei centrocampisti. Barella, indubbiamente uno dei migliori in campo, non solo si rende protagonista della rete dell’1-0, ma gestisce alla perfezione entrambe le fasi: sradicando i palloni dai piedi dei giocatori lusitani nella propria area di rigore, ma anche partecipando agli ampri triangoli tra laterale di difesa, mezzala ed esterno che si sono creati sulle fasce, soprattutto sulla catena di sinistra. Anche Brozovic, aldilà dell’ultimo pallone perso ingenuamente (anche se le responsabilità vanno divise a metà con Gosens), ha disputato un ottima gara, è pur sempre il giocatore ad aver toccato più palloni nell’Inter.
Il migliore in campo però non è un centrocampista e credo che il gol dell’1-0 ce lo abbia dimostrato platealmente. E’ vero, Barella trova il gol con un grande stacco di testa, cogliendo alla sprovvista Vlachodimos, ma a servire un pallone pressoché perfetto, disegnando una parabola da cecchino dalla fascia direttamente sulla testa del 23 in area, è Bastoni. Il 95 si rende protagonista di una gara ineccepibile: difensivamente parlando, Rafa Silva e Goncalo Ramos devono continuamente sbattere contro il suo muro; offensivamente parlando, Bastoni partecipa attivamente alla costruzione dei nerazzurri, talvolta anche con progressioni improvvise e devastanti. D’altronde per il gioco di Inzaghi è importantissimo avere laterali di difesa propositivi, è per questo che molto spesso Darmian (notoriamente esterno) viene adattato in questa posizione, raccogliendo buoni, che dico ottimi, risultati.
Si può trovare qualche nota negativa: Dumfries non ha convinto totalmente, sembra sempre un giocatore “da corsa” ma incapace di dare quel quid tecnico, che lo rende uno di quei top-player, che ci hanno sempre dipinto media e tifosi. Paradossalmente preferisco un giocatore più “di nicchia” come Darmian. Nemmeno Di Marco ha impressionato, perlomeno considerando il primo tempo, nel quale ha regalato almeno due occasioni da rete ai portoghesi: una plateale con una goffa respinta in area, che ha permesso a Rafa Silva di concludere in porta; l’azione conclusasi con la parata di avambraccio di Onana per intenderci. Queste prestazioni però non macchiano più di tanto la prestazione dell’Inter, caratterizzata da molto più pregi che difetti.
E a chi dirà che il Benfica non conserva più la brillantezza di inizio anno, rispondo che l’Inter arrivava forse peggio ai nastri di partenza di questa gara, dato che i Nerazzurri sono discontinui da inizio anno. Molto semplicemente la banda di Inzaghi ha colto le debolezze del club lusitano, agendo di conseguenza, ma senza mai basare la propria proposta sull’errore dell’avversario. L’Inter si è dimostrata più lucida, ordinata e creativa in ogni frangente di gara: ironicamente parlando non sembrava una squadra italiana.
Fonte foto: ESPN